Prima di parlare di parto in acqua è importante capire di cosa si tratta.
Nell’immersione in acqua durante il travaglio, la donna entra in una vasca o in una piscina di acqua calda durante la prima fase del travaglio, prima che il bambino nasca.
Nel parto in acqua, invece, la donna rimane in acqua durante la fase di spinta e la nascita vera e propria del bambino.
Il bambino viene poi portato in superficie dopo la nascita.
Il parto in acqua può essere seguito dalla nascita della placenta in acqua o fuori dall’acqua.
Il parto in acqua è stato riportato per la prima volta in una rivista medica del 1805 ed è diventato più popolare negli anni Ottanta e Novanta.
Le ricerche condotte su centinaia di migliaia di donne e bambini dimostrano che, l’uso dell’acqua per il travaglio e il parto, è sicuro.
L’uso dell’acqua comporta anche dei vantaggi, tra cui una minore necessità di antidolorifici e una maggiore soddisfazione della madre.
In questo articolo andremo a scoprire, quali sono i benefici che sono stati osservati nelle donne che hanno partorito in acqua.
Più parti vaginali spontanei
Ciò significa che il processo di nascita inizia da solo, con un uso minimo o nullo di farmaci o procedure mediche, e termina con un parto vaginale senza complicazioni (Shaw-Battista 2017).
In due studi randomizzati, i ricercatori hanno scoperto che le persone a cui era stato assegnato il parto in acqua avevano tassi più alti di parti vaginali spontanei (senza ventosa o forcipe) rispetto alle donne alle donne che avevano partorito fuori dall’acqua.
In un’altro studio, i ricercatori hanno riscontrato che il tasso di cesarei per tutte coloro che hanno effettuato il travaglio in acqua e/o il parto in vasca era solo del 4,4%, rispetto a una media nazionale italiana del 38% (Henderson et al. 2014).
Meno Episiotomie
Il parto in acqua protegge dalle episiotomie.
Si parla di episiotomia quando l’operatore sanitario effettua un taglio chirurgico nel perineo durante il parto.
La ricerca ha dimostrato che l’episiotomia è più dannosa per le madri di una lacerazione naturale, aumenta il rischio di gravi traumi perineali e dovrebbe essere usata raramente (Jiang et al. 2017). Pertanto, una diminuzione delle episiotomie rappresenta un vantaggio per le madri.
Minor uso di Antidolorifici
Otto studi che includevano questo risultato e ha rilevato che le persone che partoriscono in acqua utilizzano meno farmaci antidolorifici rispetto a quelle che partoriscono sulla terraferma.
Un’altro studio dice invece che le persone che partoriscono in acqua affermano di avere meno dolore e ansia.
Due gruppi di ricerca hanno indicato invece che le persone che hanno partorito in acqua hanno avuto un tasso epidurale dello 0% (Thoeni et al. 2005; Zanetti-Daellenbach et al. 2007a).
Minore durata del parto
Nello studio randomizzato di Gayiti et al. (2015) su 160 madri al primo parto, i ricercatori hanno riscontrato che la durata complessiva del travaglio è stata più breve per le persone che hanno partorito in acqua, in media di 50 minuti rispetto alle persone che hanno partorito fuori dall’acqua.
Anche in un altro studio, Thoeni et al. (2005) hanno riscontrato che la durata complessiva del travaglio era più breve nelle persone che partorivano in acqua, e hanno affermato che ciò era dovuto principalmente a una diminuzione della durata media del secondo stadio del travaglio.
Meno emorragie post parto
Uno studio del 2014, ha concluso che le persone che partoriscono in acqua subiscono una perdita di sangue totale inferiore o uguale a quella delle persone che partoriscono sulla terraferma.
In un altro studio, i ricercatori hanno riscontrato che le persone che hanno partorito su uno sgabello da parto sulla terraferma avevano due volte più probabilità di avere un’emorragia post-partum rispetto a quelle che avevano partorito in acqua.
Maggiore probabilità di partorire in posizione eretta e senza essere toccata
I ricercatori hanno esaminato tutte le donne che hanno partorito in acqua (1.519 persone), hanno scoperto che l’87% di loro ha usato la posizione eretta durante il parto ed il 79% di donne ha partorito senza essere toccata dal personale sanitario, significa che l’operatore non tocca la testa del bambino o il perineo della madre mentre il bambino sta uscendo.
Secondo una recente analisi di 20 studi è emerso che non c’è una differenza sostanziale tra le donne che sono state toccate dal personale sanitario durante la fase espulsiva, per quanto riguarda il tasso di perineo intatto e le lacerazioni perineali, ma le donne che non erano state toccate durante l’espulsione hanno avuto il 42% in meno rischio di episiotomia.
Soddisfazione
In uno studio il 72% delle madri ha confermato che sceglierebbe il parto in acqua di nuovo, mentre solo il 9% delle madri che hanno partorito fuori dall’acqua afferma che sceglierebbe di nuovo questo tipo di parto.
Non c’è un aumento di infezioni per la madre
Secondo due studi fatti sull’incidenza delle infezioni nei parti in acqua non si è trovato alcun aumento del rischio di infezioni in questo tipo di parti.
In Conclusione
Alcune organizzazioni, come l’American College of Obstetricians and Gynecologists, non raccomandano il parto in acqua. A volte citano storie aneddotiche, rischi ipotetici e problemi che non sono realmente tali.
Allo stesso tempo, ignorano i grandi studi che dimostrano che il parto in acqua è sicuro e benefico per le donne e i bambini.
Ciò significa che i ricercatori devono continuare a condurre altri studi per dimostrare che le opzioni incentrate sulla donna sono sicure ed efficaci.
Se sei interessata a questo tipo di parto dai un’occhiata ai dettagli di tutte le ricerche citate per farti un’idea su quale potrebbe essere la scelta giusta per te.
- Shaw-Battista, J. (2017). Systematic Review of Hydrotherapy Research: Does a Warm Bath in Labor Promote Normal Physiologic Childbirth? The Journal of Perinatal & Neonatal Nursing.
- Henderson, J., Burns, E. E., Regalia, A.L., et al. (2014). “Labouring women who used a birthing pool in obsteric units in Italy: prospective observational study.” BMC Pregnancy Childbirth 14: 17.
- Jiang, H., Qian, X., Carroli, G., et al. (2017) “Selective versus routine episiotomy for vaginal birth.” Cochrane Database Syst Rev: CD000081.
- Thoeni, A., Zech, N., Moroder, L., et al. (2005). “Review of 1600 water births. Does water birth increase the risk of neonatal infection?” J Matern Fetal Neonatal Med 17(5): 357-361.
- Nutter, E., Meyer, S., Shaw-Battista, J., et al. (2014a). “Waterbirth: an integrative analysis of peer-reviewed literature.” J Midwifery Womens Health59(3): 286-319.
- Nutter, E., Shaw-Battista, J., Marowitz, A. (2014b). “Waterbirth fundamentals for clinicians.” J Midwifery Womens Health 59(3): 350-354.
- Otigbah, C. M., Dhanjal, M.K., Harmsworth, G, et al. (2000). “A retrospective comparison of water births and conventional vaginal deliveries.” Eur J Obstet Gynecol Reprod Biol 91(1): 15-20.
- Gayiti, M. R., Li, X. Y., Zulifeiya, A. K., et al. (2015). Comparison of the effects of water and traditional delivery on birthing women and newborns. Eur Rev Med Pharmacol Sci, 19(9), 1554-1558.
- Dahlen, H. G., Dowling, H., Tracy, M., et al. (2012). “Maternal and perinatal outcomes amongst low risk women giving birth in water compared to six birth positions on land. A descriptive cross sectional study in a birth centre over 12 years.” Midwifery 29(7): 759-764.
- Aasheim, V., Nilsen, A. B. V., Reinar, L. M., et al. (2017). “Perineal techniques during the second stage of labour for reducing perineal trauma.” Cochrane Database Syst Rev 6: CD006672.
- Bovbjerg, M. L., Cheyney, M., Everson, C. (2016). Maternal and Newborn Outcomes Following Waterbirth: The Midwives Alliance of North America Statistics Project, 2004 to 2009 Cohort. J Midwifery Womens Health, 61(1), 11-20.
- Torkamani, S. A., Kangani, F., and Janani, F. (2010). “The effects of delivery in water on duration of delivery and pain compared with normal delivery.” Pakistani Journal of Medical Science 26(3): 551-555.
Mila Catello
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